mercoledì 3 gennaio 2007

Chi l'avrebbe detto. Un lavoro ben fatto...


Un lavoro ben fatto è quello che rimane nel tempo. Chi l'avrebbe detto. Una foto che scattai circa dieci anni fà diventa la copertina di un libro. Chi l'avrebbe detto.
Gironzolavo per il paese cercando case in vendita. Mi stavo reinventando ed avevo deciso di farlo a Garlasco. Percorrevo uno dei vicoli del centro, uno di quelli con i nomi evocativi tipo vicolo dei Tintori, vicolo Perduto, vicolo Solitario, vicolo Spezzato. Quasi come Venezia. Ad un tratto mi imbatto in ciò che rimaneva di un gatto appeso al chiodo di un portone. Raccapricciante. Rimango qualche tempo a fissarlo. Di sale. Decido dunque di chiamare il giornale per cui collaboravo per richiedere il fotografo. Nulla. In breve, un collega si precipitò a portarmi la macchina fotografica ma non volle neppure avvicinarsi alla mia scoperta. Ne uscì un bel pezzo, forse il più difficile, pubblicato la settimana successiva. Pensavo che finisse tutto lì. Una memoria rinchiusa nelle pagine spampate e riposte ordinate nelle case di qualche collezionista o nella biblioteca comunale. Invece no. Chi l'avrebbe detto.
Un carissimo amico, di quelli intimi, di quelli che vai a cercare prima di prendere una decisione proprio per domandare loro un'opinione in merito. Medesimi stralci di passato ed alcune passioni quello che avevamo in comune. Era capace di adirarsi se mi permettevo di ordinargli una birra e, dopo un po', mi chiedeva di ordinarne un'altra. Grande la mia stima per il suo lavoro, per le sue battaglie. Lui ormai professionista, io no. Scherzando diceva che avrebbe voluto parlare solo con persone con due pubblicazioni all'attivo. Che traguardo avevo di fronte. Mi aiutava anche nella mia attività fisica, monitorando i risultati e sacrificandosi pur di farmi fare un po' di strada in bicicletta. Pur di "tirarmi la volata". Insieme avevamo cercato di capire e codificare alcuni tra i comportamenti più difficili adottati dalle persone. Forse un passatempo, ma fatto con serietà, con profondità di ragionamento molto rare ed addolcite dal caffè che la sua mamma ci serviva con ogni cura, rigorosamente in salotto, prima di congedarsi con la frase: «Vi lascio soli». Immagini di altri tempi. Un giorno vi parlerò anche della signora Angela e della sua splendida arte.
Rinaldo Bernardi. Solo Rino per i molti amici ed aggiunto dell'articolo. Una fotografia che pensavo scomparisse nella polvere ma che invece resiste, aggiunta a completamento del, certamente immane, lavoro di un amico con la capacità di trattare temi ed argomenti veramente lontani da quelli che io riuscirei a "maneggiare". Esorcismi, guarigioni, maligno. Ne sono davvero distante, forse provo paura anche se leggerne aumenta la stima per l'autore. Un grazie dunque. Per aver trasformato una foto in un buon lavoro. Chi l'avrebbe mai detto. Per averla preservata dall'oblio.

a.al.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non ho parole e non ho più nemmeno sentimenti. Se potessi scindere l'uomo dal professionista potrei dare un commento ma purtroppo non posso. Comunque sia è bravo, "dannatamente" bravo.

Anonimo ha detto...

Povero gattino, ma noi di Garlasco non siamo proprio normali..