
Tempo, tempo, tempo. Già ne trattai ed ero titubante sul ritrattare il tema ma da ogni parte io mi giri incontro una persona che ne parla, lo maledisce, ne argomenta; tanto da chiedermi se sia sempre accaduto oppure sia un fenomeno degli ultimi anni come l'I-pod. Saltellando per blog capita inspiegabilmente spesso di leggere del tempo, di puntalità, di ritardi, di ansia. Soprattutto perchè un blog un minimo di tempo ne assorbe e non scriverne sarebbe tempo risparmiato. Comunque. Sembra sempre meno, sempre più tiranno. Le giornate stanno diventando più brevi, quasi "piccole". Mi viene in mente il Calippo, il ghiacciolo "totem" degli adoloscenti anni '80. Chi se lo ricorda? Almeno per gli infiniti doppisenso che evocava. Da dodicenne lo ricordavo di dimensioni generose, ce ne voleva per finirlo. Dopo averlo dimenticato per tanti anni, e rivistolo, ho provato una delusione. Rinsecchito, rimpicciolito, così speculato.
Le giornate sono diventate così. Ricordo la mia mamma che, come le altre, lavorava le sue otto ore, preparava la cena, annodava centrini all'uncinetto, leggeva tanto da riempire una libreria, portava a scuola due figli, registrava audio-libri e chissà quante altre cose. Io, se leggo le istruzioni per condire l'insalata pronta con vinagrette e forchettina, arrivo tardi al lavoro. Come mai? Secondo me ci stanno rubando minuti e attimi. Ci stanno portando via il tempo, tanto da renderci paranoici; chi tura il buco nero? Oppure siamo noi a volere infilare nella stessa giornata troppe cose. Colazione, lavoro, pausa pranzo (per chi l'ha), lampada, lavoro, palestra, aperitivo, rientro, cena, riposino, uscita ludica con i friends, meritato riposo. Allora? Se io solo avessi provato un simile ritmo non avrei raggiunto i 30 anni. Un tempo mi alzavo alle 06:30 per il menage calsalingo, ma ormai ho quasi aggiunto un'ora. Dopo la giornata media riesco a crollare intorno alle 10. Se esco e provo ad avere un minimo di vita sociale, metto a repentaglio rendimento e buon umore dei giorni successivi. Ho deciso che il lavoro ha la priorità. E sono sempre, nei limiti del possibile, puntuale. Quando non accade so a chi rivolgermi. In proposito ho riletto in questi giorni una frase di Stefano Benni che avevo dimenticato e che avevo particolarmente apprezzato: «La vita di un puntuale è un inferno di solitudini immeritate!»
a.al.
2 commenti:
...io di tempo ne ho sempre...eh eh eh...e sai perchè? perchè non ho nessuno a cui renderne conto, neppure al mio fisico...che come dice saggiamente la mia genitrice, un giorno o l'altro mi presenterà il conto...
...io al solito rinvierò in data da destinarsi il pagamento...e quando sarà ora gli farò un post datato...
Mi hai messo in crisi... stavo per l'appunto pensando che non ho avuto tempo nemmeno per andare alla posta e mandare gli auguri, che sono tutti ancora imbustati fermi sulla scrivania... be', per fortuna avevo scritto solo AUGURI, così li riciclo come il generico Season Greetings dei miei amici d'oltreoceano...
E poi io, che sono una fanatica della puntualità per cui arrivo anche con 15 minuti di anticipo. E che ultimamente sono riuscita a consegnare 2 regali ma solo perchè sono riuscita ad incastrare i tempi delle persone....
Ahhh, scriverò un elogio al tempo lento... appena ne avrò tempo...
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