giovedì 28 dicembre 2006

Chef a domicilio...


Se ne parlò la prima volta qualche anno fà. Ospitavo per pranzo un cara amica, Checca, e le servii una semplice macedonia calda di fragole e banane. Non so se per essere gentile ma, ella trasalì. Disse che dovevo fare della cucina la mia professione. Magari recandomi a cucinare direttamente a domicilio. L'idea mi sembrò buona e fu argomento del resto del pomeriggio e di qualche giorno a venire. Poi più nulla. "Fragole & Banane" sarebbe dovuto essere il nome del progetto. Ebbene, l'idea non mi abbandonò mai del tutto ed ormai vedo il moltiplicarsi degli chef a domicilio. Forse anche per merito della pubblicità... quella della casetta in centro.
Il ristorante l'abbiamo sfiorato e ci è mancato davvero poco, (vero MoF). Spesso penso a quanto fosse bello e come sarebbe diventato. Ogni volta che esco a cena avvampo e desidero passare in cucina almeno per i dolci. Il nervoso giunge solo al momento del conto. Per cucinare in casa indosso la mia giacca. Ridicolo ma divertente ed evocativo.
E' un tarlo, un pensiero continuo che non riesco a concretizzare, forse non è il momento e magari mai lo sarà. Cucino a domicilio quando ne ho la possibilità. Per gli amici, non per lucro e ne traggo una infinita soddisfazione. Magari anche solo una crema per il panettone. Mi è capitato alla vigilia di Natale ed è stato un ennesimo regalo. Una passione per professione. "Chef on demand" diciamo per scherzare, "Un chef chez toi" potrebbe essere per i più raffinati. La sostanza non cambia.
La cucina è arte. Fatta di colori, odori e sapori. Si mangia anche con gli occhi e si assapora anche con il naso. Magari e, qualche volta, lo è anche la mia.

a.al.

7 commenti:

Unknown ha detto...

...l'abbiamo sfiorato sì...

che storia sarebbe stata...sarebbe diventato un luogo di culto...non piangiamo sul latte versato...picchiamo il lattaio...a proposito...sai che è fallito nuovamente il posto?

... ha detto...

E se il lattaio ci facesse da finanziatore e rivalutassimo l'idea che, nostro malgrado, accantonammo. Dipingiamo, puliamo organiziamo... lavoriamo...
Sono già "on fire"...
Attiviamoci... io intanto vado a cercare sonniferi, ci perderò il sonno...

Unknown ha detto...

ah ah ah...lo chiameremo: il rifugio dei blogger bipolari...

:-D

Nuvola Passeggera ha detto...

...Che meraviglia!!
Io sono un disastro in cucina o, per lo meno... sono bravissima ma non mi piace cucinare per cui faccio il minimo indispensabile. Sarà la mia idiosincrasia per il cibo contraccambiata da quest' ultimo che mi odia... ma "nun se pò"... non è per me.
Complimenti per questa tue dote.
:)

Eliduin ha detto...

Incredibile, abbiamo pure gli stessi sogni.... Non è che siamo gemelli separati alla nascita, eh?
Aprire una specie di teieria o caffetteria, con reparto alchool-ma-non-troppo, fare dolci e biscotti e magari anche qualche pezzo salato, ma sempre in tema... Avevo anche trovato il nome: IL SOLE DENTRO, inteso come il fatto che il te' o il caffè scaldano da dentro.. ed avevo già pensato ai decori....
Nel frattempo faccio il consulente per la qualità.... :(

Anonimo ha detto...

ecco di nuovo...io ci sto...mi vedo già nel mio solito abito da aiuto cuoco che parlo ai mandarini e cerco di convincerli che senza la pellicina sono più attraenti. Poi vedo Ale che gentilmente spiega au volauvent di alzarsi sbraitando in tutti i dialetti del mondo meno uno...quello di Murano, sai com'è la famiglia Albertin ha il diritto di espatrio ovunque fuorchè nell'isola di Murano.
Quindi, caro Ale, sai già che c'è qualcuno con il tovagliolo legato al collo che brandendo coltello e forchetta urla- "ma sì, ne prendo ancora volentieri" dopo il 4 piatto...mentre io ringhio contro la sua linea perfetta.
Forza Ale, i sogni, come ti ho scritto, sono meno lontani di quanto tu possa pensare!

-I'm on my way to restaurant's land"- (let he goes)

Scribacchini ha detto...

Benebenebene. Mi piace chi sa sognare!
E ti invito a rispondere, se ti va, a un vecchio meme. Quello del ristorante, ovvio! ;-)
Patt