giovedì 26 ottobre 2006

Il fine non giustifica niente... (a.al.)

Dunque dunque... Qui la ricca chiacchierata continua ed i temi si ampliano. Dedichiamoci quindi con cura a cercare di capire a cosa il mio caro amico si riferisce visto che ne preparai una tesina per la maturità. Il buon Niccolò non imparò mai ad usare esattamente le doppie perchè i crudeli genitori gli spostarono, senza avvisarlo, una "C" dal cognome al nome tant'è che chiunque scriverebbe più volentieri "Nicolò Macchiavelli". In più, Niccolò Machiavelli si è sparato una marea di chilometri in cerca di un lieto luogo dove riposare le sue stanche membra. Ma partiamo dal fulcro. Il motto «Il fine giustifica i mezzi», se a ciò si desiderava far riferimento non è mai stato pubblicato dal medesimo e nulla prova fosse suo. Probabilmente un mediocre qualsiasi la pronunciò talmente a lungo che, non vedendola divenire famosa e pensandola a tal guisa, decise di imboccarla a un celebre e vituoso. Posto questo punto fermo cosa dobbiamo aspettarci da un affaticato Machiavelli. Il passaggio tra il XV ed il XVI secolo non fu dei più tranquilli. Sul finire del 1400, finì con un bel rogo l'avventura del Savonarola. Di lì a pochi anni crollò la gloriosa Venezia (rimasero lo Spritz, il baccalà mantecato e si inventarono le maglie a strisce orizzontali bianche e rosse) e mi elessero una terna papale nel giro di un soffio. Diciamo che era abbastanza facile morire. Anche se non bastava andare al carcere di Voghera a bere il caffè. Ci dobbiamo forse stupire che si desiderasse un potere forte e duraturo. Anche solo per riuscire ad organizzare una buona loggia massonica e farla loro in barba? Per sua stessa testimonianza egli visse la "ruina d' Italia " fatta di crisi morale, politica e militare. In una realtà di generale nichilismo si narra di un maestoso "Principe". Affascinato dai poteri forti europei come la Francia, di cui descrisse punti di forza e debolezza, lega, come Dorian ed Sir Henry, con il Valentino (noto trans della magliana... a no...) ovvero Cesare Borgia spregiudicato figlio naturale di, se non mi inganno, Papa Alessandro IV, il quale desiderava creare un forte regno opposto a Firenze. Questi, definito dal Machiavelli "splendido" e "magnifico" sarà appunto l'incarnazione dell'ideale "Principe". Peccato che, per stessa testimonianza del Machiavelli, la sua fulgidità scomparve con la morte del padre. Scomparso l'astro del "Principe" neppure troppo lentamente si spense anche la luce del Machiavelli il quale girovagò un po' per l'Europa fino ad essere addirittura incarcerato sotto i Medici e finì i suoi giorni a giocare a Tric-Trac con l'oste. Cadde Venezia, Pisa firmò la resa il Savonarola fu arso sul rogo. Cesare Borgia uccise certamente Vitellozzo Vitelli e Niccolò ne fù cronista come pure di tutta la sfortuna che seguì. Quale sarebbe dunque la morale da trarre? Seguire una lampara come un pesce per trarne un minimo profitto ed un briciolo di successo? Non me ne vorrete se, ancora una volta vado acitare Confucio: «Allontanarsi dal mondo, restare sconosciuti e non avere rimpianti: a questo può arrivare solo l'uomo superiore». Posso solo provarci.
a.al.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...aridaje con sto confucio...ecco perchè adoro il mio amico Ale...dribbla la parte centrale del mio discorso (il suo elogio alla forma nel citare i virgolettati...guardiamo al post precedente)...e si butta in una altissima cronostoria ad argomento Machiavelli! come ribattere...tra l'altro la situazione attuale del nostro amato paese non mi pare così lontana da quella dell'epoca Machiavelliana...a parte questa piccola digressione, vorrei alleggerire la conversazione con una massima di Confucio che lo fa avvicinare al "Sommo" Oscar Wilde..dice Confucio: "L'amore eterno dura tre mesi"...è un autore da approfondire...e poi, come dire, scorro tra i suoi aforismi e ti trovo anche una lode al mio cavallo di nome infamia: "Quando si è in un pasticcio, tanto vale goderne il sapore"...e bravo il nostro Confucio...Ale, che dire? la nostra disparità di vedute non sarà mai sopita: tu praticamente sei un "me" oramai pentito...magari alla tua veneranda età sei nella fase in cui "Allontanarsi dal mondo, restare sconosciuti e non avere rimpianti: a questo può arrivare solo l'uomo superiore."...io però preferisco essere molto più terreno e poco superiore e affrontare tutto con il coltello tra i denti...e godermi il sapore del mio pasticcio...ai lettori di questo blog (?)...un giorno rivedrete Alessandro Albertin in pista e capirete cosa vi siete persi...ma forse lo capirà anche lui...

Anonimo ha detto...

non ho la più pallida idea di chi tu sia ma non posso che darti ragione!!! Ale si è solo messo in stand-by per un po' fingendo un finto buonismo un finto "pensiero borghese" ma l'anima che lo ha reso SINONIMO DI INFINITO: 3 LETTERE=ALE di certo si leverà dal suo torpore e allora, scusatemi la finezza (sono andata a scuola dalle orsolin) SARANNO CAZZI PER TUTTI! sono qui che ti aspetto Ale...sono solo 11 anni!
dammi un appuntamento con Opicino de Canistris e io ci sarò!
scusami ma dato il mio EGO smodato (ormai noto....) io resterò un essere inferiore ma voglio la mia fetta di celebrità!