La città più bella del mondo dove si cammina come matti ma che continua a farmi sognare. Cosa ci posso fare se ci tornerei tutte le settimane? Cerco di tenermene vicino le abitudini, i modi di dire... nelle piccole cose. Magari anche solo in un aperitivo. Cercando di fare proseliti e facendo assaggiare questa specialità senza dare troppe spiegazioni. Ma quale è? La mia risposta è una sola, soprattutto dopo averla verificata da veneziani D.O.C. sul simpaticissimo sito www.venessia.com.
La bevanda più famosa legata a, ed esportata da, Venezia è certamente lo Spritz. Fatto di un unico punto fermo e "chiuso" con un po' di quel che c'è; tanto da crearne varie versioni.
Vino Bianco, ghiaccio, acqua gassata (per me naturale) scorzetta di limone e, a scelta tra quel che c'è, Bitter Campari, Select, Aperol o Cynar. 

Immaginate, dal Caffè Pedrocchi di Padova alla mescita vicino al ghetto: «dame un spriss col Campari...»
Questo aperitivo possiamo anche trovarlo un po' qua e un po' là, più o meno nei territori dell'ex grande impero di Austria e Ungheria. In Ungheria si chiama "Frocs" ma si beve anche in Croazia, in Romania, in Slovenia.
Non è forse Venezia la città dalle mille leggende? E non ci fa piacere una bella leggenda servita anche come aperitivo?
Non esistono certezze sulla sua origine ma è innoquo, penso, ritenere una leggenda realtà.
Si racconta che gli occupatori, ritenendo il vino veneto troppo forte, fossero avvezzi all'infernale abitudine di allungarlo con l'acqua. Così, secondi a nessuno, i veneti rilanciarono aggiungendo un po' di liquore dando così i natali alla bevanda che gli austriaci chiamarono Spritz che dovrebbe significare "iniezione".
Una mia verifica conferma questa ipotesi come ipotetica forma sincopata di spritze (iniezione) accettabile come sostantivo in considerazione anche del dialetto. Approfondendo ci si imbatte, però, nella versione etimologica secondo me più aderente.
Spritzen, infatti, significa spruzzare ma anche schizzare: verbi di uso ricorrente nelle ricette dei cocktails e che immediatamente riporta alla mente il "bianco spruzzato" una variante padana senza aggiunta di acqua che di norma sta nelle risaie e fa arrugginire.
Da iniettato a spruzzato a, forzando, schizzato. Il passo è di una "n" con una importante differenza a livello di significati.
Da Spritzen a Spritz a Spriss la passeggiata linguistica è certamente più breve che qualsiasi altra a Venezia.
Come fa lo Spritz? Prima il bicchiere. Uno qualsiasi? Per me tumbler basso tutta la vita con fetta d'arancia spessa, 1/3 di acqua minerale gassata, 1/3 di vino bianco e 1/3 di Alperol o Bitter Campari o quel che c'è.
Olivetta rigorosamente optional. Di obligatorio, per me e potendo, solo i folpetti (polipetti) e tutti gli altri cicchetti (assaggi) di pesce. Da momento di aperitivo l'ho spesso trasformato in pranzo o cena che dir si voglia. Orari di apertura? Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 21:00.
a.al.
2 commenti:
AH VENESSIA....E QUI GIU' TRE SPERGIURI E TRE MADONNE DI DIMENSIONI APOCALITTICHE...AH CHE BELLO BERSI UN'OMBRA DIETRO LA TORRE...(UN'OMBRA DICESI BICCHIERE DI VINO ROSSO CHE PER MANTENERLO FRESCO NEI TEMPI DI CANICOLA ESTIVA LO SI POSIZIONAVA APPUNTO ALL'OMBRA DELLA TORRE...SAI COM'E' QUEI 300 ANNI FA IL FRIGO NON ERA PROPRIO PER TUTTI...) E DICEVO BERSELA IN COMPAGNIA DI QUEI 10/15 MERAVIGLIOSI TRAMEZZINI RIPIENI DI QUALSIASI RARITA' COME LA CARNE SFILACCIATA DI CAVALLO ...AH CHE BEI TEMPI POTREI PERSINO NON RIMPIANGERLI....(ESTE...D.C.)
ERO IO L'AUTORE DEL POST DI PRIMA MA SBADATAGGINE INSEGNA CHE NON MI SON FIRMATA, PERDONAME!
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