giovedì 8 gennaio 2009

Spopolano amici rossi e amici blu...


Diversivo globale e catalizzatore mondiale del cazzeggio on line. Una stringata definizione per riferirmi ad un grande fenomeno della comunicazione.
Parlo di Facebook: come utente e come membro di questo social network.
Il meccanismo è semplicissimo, tutti gironzolano (il verbo che più adoro) con e tra stupidaggini varie. Il principio è basato sulle amicizie, sui legami che si sono istaurati sul web. Quali sono le possibilità?
Ci si lanciano virtualmente palle di neve, drinks, baci, abbracci e poke (di cui ignoro sinceramente significato, valore e concretezza). Oltre ai canonici auguri, Buon Natale e Buon Compleanno.
Si invitano gli amici e, reciprocamente, si viene da loro invitati a compilare allampanati test sugli argomenti più disparati. Qualcuno broccola, qualcuno spia, qualcuno cazzeggia.
Io personalmente dico un paio di stupidate volentieri (lo farei comunque) ma soprattutto ho avuto modo di ritrovare persone e, in un paio di casi, veri amici, che non vedevo da quindici o addirittura venti anni. Soprattutto, ammetto che, con un paio di espedienti, certo non profondissimi, ho la possibilità di dimostrare ai miei amici che ho avuto un pensiero per loro anche se sono alcuni giorni o settimane o mesi che non ci si sente o vede.
Con l'enorme successo di Facebook, però, ho notato un certo abbandono in molti blog che diversamente seguivo con regolarità. Ho visto le ragnatele farsi fitte. Troppe distrazioni? Forse, io debbo solo tacere, sono passati moltissimi mesi senza che io scrivessi nulla sul mio blog e arrogandomene anche il diritto che, ovviamente, a tutti riconosco.
Pur seguendo Facebook o FB, come viene di solito abbreviato, certo non con prostrante dedizione mi sono permesso di ascoltare due miei personali pensieri.
Scrivendo freddure e nonsense, ho sentito crescere il desiderio di scrivere qualche cosa di più fermo e reale; ovviamente sul mio blog.
Guardando passare le righe dei commenti e delle battute, mi sembra di vedere transitare la superficialità e la velocità dei rapporti tipica del quotidiano.
Poche frasi, poche battute sono sufficienti a definire e delineare intere "amicizie". Ma è vero? Così sarà... Come mai mi è stata chiesta l'amicizia su FB, da persone che non conosco? Aprofondendo ho capito che non è accaduto per errore. Ma come funziona? Quali sono i legami ed i processi?
Esistono vari gruppi su FB, ma il più azzeccato, secondo me, si intitola «Perchè mi chiedi l'amicizia su Facebook e poi per strada non mi saluti?». Il fatto che ce ne siano altri, molto simili, è sintomo del fatto che non sono il solo a percepire ciò che qui descrivo.
Quel che mi affascina, e al contempo mi spaventa, è che succede realmente così! Su Facebook esisto, per strada no! Non si viene riconosciuti, associati e legati allo stesso livello di amicizia. Perché, a mio avviso, i livelli sono diversi. Pur mantenendo "unicità" di vocabolo, i significati sono differenti. Penso che sia come "amici" e "amici". Stesse lettere ma colori differenti.
"Amici" rosso sangue con un legame forte e, appunto, saguigno e "Amici" in blu: il blu dello sfondo di Facebook. Mi sento abbastanza forte per affermare che la mia descrizione sia vicina alla verità.
Ho colleghi che non mi hanno chiesto l'amicizia su FB ma con cui, pranzo quasi regolarmente e con cui intrattengo conversazioni affabili. I miei migliori amici (in rosso), per cui provo un forte sentimento, vengono da me, su FB, praticamente ignorati. Mio fratello, sempre su Facebook, quasi non esiste anche se percepisco un forte legale (non è poi così ovvio). I contatti sono molto limitati anche con la mia compagna, noi parliamo a casa, certo, non tramite un monitor.
Sono sempre più convinto, mentre ne scrivo, che realtà e FB sono due metà, due mondi o due dimensioni completamente separate. Una reale dicotomia separa il reale dal virtuale. Il rosso dal blu.
Per assurdo, ritengo che i legami più saldi si vivano fuori dalla piattaforma virtuale. I veri amici sono quelli che "l'amicizia", su Facebook, non la chiedono o, all'estremo, la negano.
Non ritengo questa regola assoluta e nessuno senta sviliti i suoi sentimenti ma, credo, molti potrebbero riconoscersi concordi con il mio pensiero.
La mia domanda principale è, ove occorra, come ciò possa accadere. Ma forse pensandoci bene, dovrei solo riflettere più a fondo e, da me, trovare le risposte. (a.al.)

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